SCACCHIERA

LIBRO SETTIMO. IL SUCCESSO DELL'ARCHITETTURA NEL MONDO 1988-2000

Nel capitolo dedicato al periodo 1988-2000, si descrive come in questi anni l’architettura raggiunga una visibilità globale e acquisisca nuovi significati culturali e sociali. Questo periodo è contraddistinto dall’affermazione di un’architettura iconica e sperimentale, nella quale le forme e i materiali diventano strumenti per trasmettere simbolismi e significati profondi. Gli architetti di spicco di questi anni, come Frank Gehry, Zaha Hadid, Rem Koolhaas e Steven Holl, creano edifici riconoscibili a livello mondiale che, più che contenitori funzionali, sono simboli culturali capaci di definire e influenzare le identità delle città in cui si trovano.

Innovazioni tecnologiche e nuove possibilità espressive.
L’informatica e i software di modellazione (come il CAD avanzato) consentono agli architetti di esplorare forme complesse, dinamiche e fluide, difficili da realizzare in passato. Grazie a queste tecnologie, gli edifici possono assumere geometrie non convenzionali e curve scultoree, liberando i progettisti dalle limitazioni della costruzione tradizionale. L’uso di materiali innovativi, come metallo, vetro e superfici riflettenti o traslucide, permette di modulare la luce naturale e di creare spazi più immersivi. Gli edifici diventano “costruzioni metaforiche” che comunicano idee e concetti: non solo luoghi da abitare o visitare, ma opere d’arte dotate di significati profondi che dialogano con il contesto urbano e naturale.

Il concetto di “metafora costruita” 
La metafora costruita è uno degli elementi centrali in questo periodo: gli edifici raccontano una storia o esprimono un concetto attraverso la loro forma e disposizione spaziale. L’architettura iconica degli anni 1988-2000 è caratterizzata da un linguaggio espressivo in cui forma e funzione si intrecciano, permettendo all’edificio di comunicare con il pubblico e il paesaggio in cui è inserito. Questi progetti iconici sono il risultato di una forte attenzione al significato culturale dell'architettura, che punta a creare un impatto emotivo e simbolico oltre che visivo.


IL MUSEO KIASMA DI STEVEN HOLL: un esempio di metafora costruita



Il Kiasma Museum of Contemporary Art di Steven Holl, realizzato a Helsinki nel 1998, è un’opera emblematica della metafora costruita. Il termine “Kiasma”, dal greco "chiàsma", indica l’intersezione di due elementi, e Holl reinterpreta questo concetto nel design del museo, enfatizzando l’idea di connessione tra il tessuto urbano di Helsinki e il paesaggio naturale. La posizione del Kiasma, situata tra il cuore della città e un parco adiacente, rafforza simbolicamente questa idea di connessione.



Progettazione spaziale e uso della forma
La pianta del Kiasma si basa su linee curve e intersecanti che creano un effetto fluido e dinamico, suggerendo un movimento continuo all'interno e all'esterno dell’edificio. L'edificio è concepito per guidare il visitatore in un percorso di scoperta, privo di barriere nette, dove le forme architettoniche e le pareti si muovono in continuità. Le curve dell’edificio, sia in pianta che in sezione, seguono un andamento organico e ricordano le linee naturali di un corso d’acqua, creando un forte legame visivo e simbolico con il paesaggio circostante.


Uso della luce e dei materiali 
Holl impiega materiali come il vetro e il metallo per ottenere un gioco di luce e ombra all’interno degli spazi espositivi. La luce naturale viene modulata e filtrata attraverso superfici vetrate inclinate e traslucide, che creano effetti di luminosità variabile in diverse aree del museo. In alcune sezioni, il vetro è trattato in modo da diffondere la luce, creando un’atmosfera delicata e mutevole che invita il visitatore a percepire lo spazio in modo sensoriale. Questa modulazione della luce non solo enfatizza l’esperienza visiva, ma rafforza la metafora della connessione tra interno ed esterno, rendendo il Kiasma un luogo di transizione visiva e spaziale.


Significato sociale e culturale del Kiasma
Il Kiasma non è solo un museo ma un simbolo di incontro e scambio culturale. La fluidità spaziale e l’assenza di percorsi obbligati incoraggiano i visitatori a esplorare le sale in modo autonomo, riflettendo l'idea di un museo aperto e inclusivo. Il Kiasma diventa così un luogo di dialogo tra arte e pubblico, ma anche tra città e natura, rispecchiando il concetto di intersezione che è alla base del suo nome. Holl trasforma l’edificio stesso in un’esperienza, dove ogni elemento architettonico contribuisce a comunicare un senso di apertura e integrazione.
In conclusione, il Kiasma rappresenta un esempio perfetto di metafora costruita in cui l’architettura non si limita a essere funzionale, ma diventa un ponte tra mondi fisici e simbolici.





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